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Sebbene l'Italia occupi un posto molto importante nella storia della civiltà, non è uno stato conosciuto per una stampa indipendente e senza influenze. Dal dopoguerra l'Italia ha subito una privatizzazione su larga scala. Con questo tipo di sviluppo si manifestano tendenzialmente degli interessi economici che possono influenzare gli organi di stampa, come illustrato nel famoso film del 2009 "Videocracy" del regista italo-svedese Erik Gandini.
La libertà di stampa in Italia risale a circa 150 anni fa. Nonostante ciò, l'Italia si piazza solamente al 46esimo posto nelle classifiche internazionali riguardanti la libertà di stampa effettiva in vari paesi. Il motivo non è la censura diretta, ma la cosiddetta censura "soft" che è autocensura. L'autocensura avviene spesso negli stati autoritari, dove i giornalisti si sentono sempre sorvegliati. L'evitare certi discorsi o di nominare alcuni politici o partiti può significare addirittura la differenza tra la vita e la morte in alcuni paesi. Con il termine soft si intende una censura che è più diffusa nell'occidente. Le grandi aziende e il governo possono semplicemente favorire chi li dipinge in modo favorevole. In questo modo gli outlet mediatici che operano negli interessi della direzione politica o economica si trovano in una posizione più favorevole rispetto alla stampa indipendente.
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L'Italia è un paese sviluppato e quindi propenso a subire influenze economiche. La differenza rispetto agli altri stati è rappresentata da un terzo potere, cioè la mafia. Oggi in Italia ci sono più di 200 giornalisti che ricevono una forma di protezione contro eventuali rivalse da parte della mafia.